Ecco gli ultimi aggiornamenti sull’India dei nostri referenti locali:
“abbiamo pensato di scrivervi questa lettera perché, anche in questo periodo per tutti molto complicato, voi possiate sentirvi il più vicino possibile ai nostri bimbi indiani, che a causa del Covid-19 stanno vivendo una situazione di grande incertezza, come d’altra parte quella che affrontiamo anche noi in Italia giorno per giorno. Se già questo momento così particolare sta causando grandi problemi qui nel nostro paese, potete immaginare cosa stia comportando per tutto il Popolo Indiano senza un robusto e diffuso sistema sanitario e soprattutto per le caste più povere della società, quelle che sosteniamo con i nostri progetti di Aleimar.
Con le scuole ancora quasi tutte chiuse e molte attività ancora solo in lentissima ripresa, dopo quasi un anno dall’inizio del lockdown, la situazione rimane ancora molto difficile soprattutto per chi vive nelle grandi città ed in particolare per i bambini: senza una classe dove studiare e passare del tempo o un centro educativo dove fare i compiti e mangiare un pasto sicuro, rimangono spesso per le pericolose strade degli slum, perdendo mesi di istruzione scolastica, unica vera soluzione per garantirsi un futuro migliore, e saltando a volte anche il pranzo. Molti di loro vanno al lavoro con i genitori per aiutarli a superare questa situazione di emergenza, con il rischio altissimo del futuro allontanamento scolastico e nelle ipotesi peggiori vengono addirittura venduti come schiavi o nel caso delle bambine date in sposa a soli 10 anni per permettere al resto della famiglia di sopravvivere in questo momento di grande difficoltà.
La crisi economica figlia dell’emergenza sanitaria, infatti, si fa sentire ormai da mesi in India, portandosi dietro non solo l’aumento dei prezzi, ma anche tanta disperazione: i costi del gas e dei carburanti sono aumentati, ma anche purtroppo quelli del cibo. Tutto questo ha ovviamente terribili effetti sulle caste più povere della società indiana, che come sempre sono quelle più duramente colpite e che in questo momento hanno ancora più bisogno del nostro supporto.
Per fortuna, però, le notizie che ci arrivano dai referenti locali dei nostri tre progetti sono molto positive.
Nella grande metropoli di Mumbai, dove operiamo principalmente come Aleimar, la pressione del lockdown si è allentata gradualmente nei mesi scorsi, con la riapertura di molte attività e, soprattutto, di alcune linee ferroviarie che collegano la regione del Maharashtra con gli altri stati della confederazione indiana.
Le scuole per i più piccoli continuano ad essere chiuse mentre per gli studenti di junior college e college si è alternata la presenza alla DAD: a marzo si chiuderà un anno scolastico tra i più difficili di sempre in India.
Ultimamente i contagi hanno avuto un’altra impennata, arrivando a registrare 8.000 casi giornalieri nel solo Maharashtra, circa 1.000 a Mumbai. Anche per questo il primo ministro Uddhav Thackeray ha prospettato un eventuale altro lockdown, che ovviamente speriamo non vada a buon fine, e tutti i nostri referenti locali, un po’ come sta succedendo in Italia, ormai vivono alla giornata, cercando di fare il massimo per sostenere i nostri bambini e le frange più povere della società.
Ethel e Sachin, nostri referenti della Lok Seva Sangm, ci confermano questa grande incertezza, ma anche la ripartenza di alcune delle loro attività negli Slum di Mumbai, come l’ambulanza a supporto dei malati delle baraccopoli.
Tutti i 25 bambini che sosteniamo con lo strumento del sostegno a distanza stanno bene: i più piccoli sono a casa e solo dove possibile viene attivata la DAD con dei video su whatsApp; i più grandi invece, soprattutto ultimamente, riescono a seguire le lezioni in presenza, anche se come in Italia ogni giorno sono pronti ad un nuovo cambio di rotta.
Le loro famiglie lentamente stanno cercando di tornare ad una specie di normalità con i soliti lavori temporanei utili a guadagnare qualche rupia, e non si sono rese più estremamente necessarie nuove distribuzioni di kit genici e alimentari, come fatto invece più volte nei mesi scorsi.
Peter Paul, nostro referente della Good Samaritan Mission, ci racconta che a Vikhroli, quartiere di Bombay in cui si trovano le case della GSM, le cose sono molto migliorate rispetto a qualche mese fa e che sono poche ormai le zone completamente chiuse e isolate.
Proprio questo quartiere era stato tra i più colpiti a partire da settembre 2020: la stazione era diventata un vero e proprio deserto, nessun turista e nessun tuk-tuk (tipico taxi indiano a tre ruote), e con loro erano sparite le possibilità di sopravvivenza di moltissime persone che vivono per strada solo grazie alle poche rupie delle mance.
Migliaia di persone erano scappate nelle regioni agricole fuori dalla città perdendo spesso la vita in questo tentativo di salvezza e molti di quelli rimasti sopravvivevano solo grazie alle distribuzioni di cibo o morivano nella solitudine senza nessun tipo di assistenza sanitaria.
Qualcuno in GSM in quel periodo aveva avuto la febbre, ma a parte Sangeeta, nessuno sembra aver contratto il Covid-19.
Adesso la situazione sembra più rosea e nonostante tutto la vita nella comunità va avanti.
Peter Paul e i ragazzi aiutano sempre le famiglie bisognose intorno alle stazioni di Dadar e Victoria e Shalu, braccio destro di Sangeeta, manda avanti la casa delle ragazze e delle bambine. Da fine gennaio mami Sangeeta, infatti, sta seguendo dei lavori di ristrutturazione a Kaljan, un posto magnifico fuori Mumbai e vicino al fiume, dove sorge uno dei primi Ashram della GSM, dove Peter negli anni ha ospitato malati con disabilità e adesso diventato un luogo di gite fuoriporta per i bambini della missione.
Inoltre, si può proprio dire che in GSM non mancano le novità e le gradi emozioni: Payel, cresciuta in queste case insieme a due sorelle e un fratello, sposata con Anand (anche lui entrato in missione molti anni fa) con cui si prende cura del gruppo dei maschietti più piccoli della GSM, aspetta il secondo figlio. Un lieto evento è stato festeggiato anche per Archana, un’altra ex-ospite della Casa Silvano Niwas, che ormai autonoma si è sposata il 21 febbraio con un ragazzo che conosceva da tempo. Dopo Pinky, che era convolata a gioiose nozze nei mesi scorsi, un’altra ragazza ospitata dalla GSM, terminati gli studi e trovato un lavoro stabile, ha scelto in autonomia il compagno di vita, completando così il suo percorso di successo.
Il nostro referente John Upalt della Mother Theresa Social Organization, ci conferma che a sud dell’India nel Tamilnadu la situazione è molto meno gravosa rispetto a quella di grandi città come Mumbai, come in realtà fin dall’inizio della pandemia, ed ora sembra quasi che si stia tornando alla normalità.
Negli ultimi giorni si sono registrati solo una decina di casi quotidiani nell’area di Nagercoil, piccola cittadina dove operiamo con la MTSSO. Le scuole hanno riaperto solo con le Classi dei più grandi (livello 9, 10, 11 e 12) e con il college e junior college; i più piccoli, anche qui, sono ancora costretti a stare a casa, dove però, a differenza dei bimbi degli slum, spesso riescono a fare una vera DAD o a proseguire con lo studio grazie a delle lezioni organizzate dalle maestre che vivono nei loro villaggi.
Le ragazzine, che sosteniamo con lo strumento del sostegno a distanza, in modo particolare per il supporto scolastico, stanno per fortuna tutte bene e nessuna di loro si è ammalata in questo periodo. Finalmente a febbraio sono ripartiti i corsi di sartoria e di informatica a favore delle donne e dal primo marzo ha ripreso anche il doposcuola serale per i più piccoli.
Stando alle cifre riportate da un centro di ricerca della John Hopkins University, nelle ultime settimane l’India ha fatto registrare in media 13.000 nuovi casi di infezione da Sars-CoV-2 al giorno, simili alle medie registrate in Italia. A metà settembre, invece, i contagiati giornalieri arrivavano anche a 100 mila. Da quel picco, per fortuna il contagio è andato via via calando, sino a raggiungere i minimi delle ultime settimane.
Ad oggi, l’India è il secondo Paese più colpito dal Covid-19 con oltre 11 milioni di contagiati (il 10% dei contagi in tutto il mondo) su una popolazione di 1,4 miliardi di persone e con più di 157.000 morti accertati finora, di cui più di 50.000 solo nel Maharashtra, la regione più colpita dell’India.
In realtà, anche a causa delle immense baraccopoli delle grandi città indiane, sovraffollate da persone che non vengono censite e tanto meno monitorate per l’emergenza sanitaria, si evince che nei mesi passati il virus abbia colpito un numero di persone molto superiore a quello dichiarato, tanto che in alcune regioni è ipotizzabile che sia stata raggiunta la soglia di contagiati che garantisce l’immunità di gregge.
Stando ad uno studio del Council of Medical Research, infatti, il 30% della popolazione (oltre 350 milioni di persone) sarebbe stato già infettato. In alcune regioni, inoltre, la percentuale sarebbe addirittura maggiore: si ipotizza, ad esempio, che l’85% degli abitanti di Pune sia stato già infettato, mentre a New Dehli e Mumbai la percentuale si attesterebbe attorno al 50%. Insomma, l’immunità di gregge potrebbe essere raggiunta in tutto il Paese prima della fine del 2021.
A questo, poi, si aggiunge il fatto che l’età media degli indiani è molto bassa (il 50% della popolazione ha meno di 25 anni, mentre solo l’8% supera i 65 anni, aspettativa media di vita) riducendo così notevolmente i pericoli per la salute generale.
Infine, la campagna vaccinale è partita, ma purtroppo anche in India in modo lentissimo, tanto che solo 14 milioni di persone sono state vaccinate finora che equivale a meno dello 0,2% della popolazione: pensate che solo Mumbai ha più di 18 milioni di abitanti e New Dheli più di 21 milioni…senza pensare al fatto che difficilmente le dosi arriveranno alle caste più povere che popolano le baraccopoli, milioni di persone che vivono nelle “città invisibili degli slum”.
Insomma, che sia merito dell’arrivo dell’estate o dell’immunità di gregge, o dei vaccini, o di qualsiasi altra tesi che circola da mesi, speriamo davvero che presto tutto torni alla normalità, così da poter riprendere a viaggiare verso la meravigliosa India e poter riabbracciare i nostri stupendi bambini.”