Ecco gli ultimi aggiornamenti sulla Palestina dai nostri referenti locali:
“La situazione epidemiologica nei Territori Palestinesi rimane soggetta ad un trend peggiorativo. Resta confermato lo “stato di emergenza”, con conseguenti restrizioni di durata ed estensione variabili che limitano gli spostamenti all’interno del Paese, l’operatività di istituzioni scolastiche e ricreative, esercizi commerciali (comprese le strutture ricettive ed alberghiere), uffici e trasporti pubblici” – si legge sui siti ufficiali.
Il lockdown è stato ulteriormente esteso fino all’11 Marzo: gli spostamenti sono vietati nelle ore notturne e nei giorni di Venerdì e Sabato e rimangono esclusi dalle misure restrittive solamente gli esercizi commerciali per l’acquisto di generi alimentari e le farmacie.
Anche in Palestina sono inoltre proibiti assembramenti e cerimonie e vige l’obbligo di indossare la mascherina e di attenersi a misure igieniche e di distanziamento sociale. Infine, il governo israeliano ha disposto la chiusura dello spazio aereo civile, sospendendo i voli in ingresso ed in uscita dal Paese, salvo limitate eccezioni, al momento fino al 6 Marzo, il che impedisce anche solo la possibilità di progettare il mio prossimo viaggio.
Per tutti questi motivi, la situazione delle famiglie dei bambini e dei ragazzi che sosteniamo e delle loro famiglie continua ad essere molto grave, perchè devono affrontare anche una grande difficoltà economica: molti lavoratori sono stati lasciati a casa perchè Betlemme è una città che dipende principalmente dal turismo e dalle piccole imprese quali negozi di souvenir e venditori ambulanti.
Le restrizioni imposte dalle autorità per contenerne la diffusione del virus “hanno messo in ginocchio il settore del turismo e dell’ospitalità di Betlemme” anche perché qui gli ammortizzatori sociali non esistono; chi può va avanti con risparmi o prestiti, e anche le istituzioni più grandi hanno ridotto lo stipendio, attuando una politica di salari di solidarietà, ma molti hanno perso il posto di lavoro.
Da una stima dei danni del Covid effettuata a fine anno (2020) sul settore dell’ospitalità, nella sola Betlemme risultano 67 hotel, 230 negozi di souvenir, 127 ristoranti e 250 negozi di artigianato chiusi a causa della pandemia. Le università e le scuole, comprese Effetà, Cremisan, la Creche ed Holy Child continuano ad operare tra chiusure improvvise e didattica a distanza, ma sono tanti i ragazzi che non hanno i mezzi per seguire le lezioni online e che rimangono perciò esclusi. Anche il Centro Sociale non ha mai smesso di offrire supporto alle famiglie in difficoltà, che sono purtroppo aumentate esponenzialmente.
I nostri referenti locali continuano instancabilmente a seguire bambini e famiglie, ma purtroppo tutto ciò non basta, perché servono sempre più presidi sanitari per l’igiene, cibo e medicine. Abbiamo ancora bisogno del tuo aiuto, perché noi tutti sappiamo che i bambini sono le prime persone da proteggere. Ciò che ci conforta è che sappiamo di poter contare sempre sul tuo sostegno e sulla tua partecipazione che non è mai venuta meno nonostante il difficile periodo che stiamo tutti vivendo.
Non lasciamo nessuno indietro!