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Dal 1983 Aleimar si impegna a camminare accanto ai bambini di tutto il mondo, questa è la nostra storia.

Ogni lunedì racconteremo un episodio che ha segnato i 40 anni di attività dell’Organizzazione,
oggi andiamo in Asia, precisamente in India.

Racconta Andrea Marchini, il nostro Presidente onorario:
Marco Mazzilli, figlio di due meravigliosi volontari che avevano preso incarico di gestire i progetti in Palestina, fece un viaggio in India e ci propose di collaborare a Mumbai con Peter Paul, un missionario della carità nell’Ordine dei fratelli di Madre Teresa che si prendeva cura dei bambini bisognosi all’interno delle stazioni ferroviarie. Successivamente i progetti vennero seguiti da altri incredibili volontari: Dario Vignati, Elena de Ponti, Marta Tremolada, e oggi da Sara Costa.”

Aleimar opera in India dal 1996, prima con progetti di accoglienza e protezione per i bambini delle baraccopoli di Mumbai, e poi con interventi a favore della formazione professionale di donne e ragazze nel sud del paese, a Nagercoil. 

Peter Paul con uno dei bambini accolti nelle Case.

La nostra storia in India si lega all’esperienza e alla scelta di vita di Peter Paul Raj, un missionario che nel ’94 fondò la Good Samaritan Mission recandosi a Mumbai, megalopoli con quasi 20 milioni di abitanti, e andando quotidianamente nella stazione di Dadar, uno dei principali snodi ferroviari della città, luogo dove si accalcano centinaia di senza tetto per chiedere elemosina e vivere di espedienti. Peter Paul si prese cura dei bambini che vivevano lì, con gesti umili e preoccupandosi innanzitutto della salute dei piccoli. Le persone iniziarono a conoscerlo e a portare del cibo da distribuire ai bambini che vivevano in uno stato di completo abbandono. 

Proprio per questo motivo i primi progetti realizzati furono delle case di accoglienza, centri che ancora oggi aprono le porte a centinaia di bambini provenienti dalla strada, dalle baraccopoli di Mumbai. Le Nazioni Unite definiscono uno slum (baraccopoli) come insediamenti informali manchevoli di una o più delle seguenti cinque condizioni: accesso all’acqua potabile, accesso a servizi igienici migliorati, spazio abitativo sufficiente e non sovraffollato, alloggi durevoli e proprietà sicure.

Mumbai, che è circondata dall’acqua su tre lati, fin dall’epoca coloniale ha combattuto una battaglia costante per trovare spazio per espandersi. Ad aumentare la pressione è il fatto che le crescenti opportunità di lavoro in città hanno portato a un continuo afflusso di immigrati da altre zone dell’India. La carenza di alloggi a prezzi accessibili e il costante aumento dei prezzi degli immobili in città hanno reso le abitazioni formali inaccessibili per la maggior parte di questi immigrati; si stima che 6,5 milioni di persone, circa il 55% della popolazione totale di Mumbai, vivano nelle baraccopoli.

Baraccopoli di Mumbai

A Mumbai, gli slum sono riconosciuti dal governo se si sono insediati su terreni di proprietà dello Stato o del Comune prima del 2000. Quasi la metà degli slum di Mumbai non sono notificati, il che significa che non hanno la sicurezza della proprietà fondiaria e non hanno diritto ad accedere ai servizi della città, come l’allacciamento alla rete idrica e ai servizi igienici. 

La maggior parte delle case degli slum non dispone di servizi igienici e rubinetti individuali. I residenti devono pagare per utilizzare i bagni comunitari, che raramente sono sottoposti a manutenzione, e acquistare acqua a prezzi eccessivi dai venditori. Circa il 78% dei servizi igienici comunitari negli slum di Mumbai non dispone di acqua e il 58% non ha elettricità regolare. 

Qui, il lavoro degli assistenti sociali e di Peter Paul si concretizza nell’opportunità di un futuro migliore per i bambini che, accolti dalla strada dopo essere stati abbandonati dalle famiglie, vengono inseriti nel percorso scolastico e raggiungono obiettivi importanti: il diploma, la laurea, l’apertura di una piccola attività commerciale, iniziando una vita indipendente e dignitosa. 

Le partecipanti al corso di sartoria

Con lo stesso impegno e missione lavoriamo nel Tamil-Nadu, a sud dell’India, grazie alla collaborazione con la Mother Theresa Social Service Organization (MTSSO), un’organizzazione di volontari che opera direttamente con le comunità rurali nei dintorni della città di Nagercoil, sostenendo programmi che incentivano l’istruzione, la prevenzione medica e la formazione femminile. 

Nel villaggio di Vadiveeswaram  sosteniamo direttamente un doposcuola rivolto ai bambini della comunità e un ambulatorio medico in cui è giornalmente presenta un’infermiera, oltre alle cure basilari vengono periodicamente organizzati medical camp gratuiti per fornire assistenza sanitaria alle comunità tribali escluse dai statali. Oltre a ciò, siamo impegnati in un progetto di formazione rivolto alle donne, per combattere la situazione di forte discriminazione socio-culturale e disagio economico che ancora oggi caratterizzano la figura femminile in India, attraverso corsi di sartoria ed informatica che consentono alle partecipanti il raggiungimento dell’indipendenza economica, il sostentamento e il benessere della propria famiglia. 

Oggi assistiamo circa 1.000 beneficiari, la maggior parte bambini accolti dalla strada, orfani o provenienti da situazioni familiari di estremo disagio. 

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