Dal 1983 Aleimar si impegna a camminare accanto ai bambini di tutto il mondo, questa è la nostra storia.
Ogni lunedì racconteremo un episodio che ha segnato i 40 anni di attività dell’Organizzazione,
continuiamo con un incontro avvenuto a Manaus, in Brasile.
IMPORTANTE: Questa storia racconta di un episodio di violenza subito da uno dei ragazzi di strada che abbiamo accolto nelle nostre Case.

Andrea Marchini con uno dei ragazzi di Manaus – Foto rappresentativa
“Nelle case famiglia sorte in quegli anni un giorno accogliemmo *Mario. Lo incontrammo una notte a Punta Negra, una zona turistica di Manaus, e ci volle un po’ di tempo per convincerlo a seguirci.
Una volta arrivato alla Casa Famiglia però si ambientò subito, ritornò a studiare senza vergognarsi di essere in classe con alunni più piccoli di lui, e con il giusto supporto in due anni riuscì a recuperare, portandosi alla pari.
Era inoltre diventato il nostro ragazzo di fiducia, gli affidavamo i soldi per fare la spesa, sicuri che avrebbe riportato il resto. Dopo alcuni anni volle tornare dalla madre che viveva a Boa Vista e si prostituiva per sopravvivere; lui voleva convincerla a smettere, voleva trovare un lavoro per poterla mantenere. Per noi fu impossibile continuare a seguirlo, Boa Vista distava 24 ore di pullman dalla Casa e così lo perdemmo di vista. Dopo parecchi mesi ci giunse una telefonata dal carcere minorile: era *Mario che ci cercava.
Partimmo subito da Manaus e giungemmo al villaggio dove si trovava il carcere minorile, circondato da baracche di legno che ospitavano la polizia penitenziaria. Gli edifici erano tutti su un unico piano, con le mura nere dall’umidità.
Ogni edificio era composto da una stanza quadrata di 8 metri quadrati, una finestra minuscola con grosse sbarre di ferro, una porta di ferro con una fessura per guardare nelle celle. Nella stanza vivevano almeno una trentina di ragazzi, tutti provenienti dalla strada, e non c’erano sedie o letti, solo qualche amaca allacciata a dei ganci alle pareti; al centro un grosso buco che fungeva da fossa per i bisogni di tutti. In un angolo c’era un rubinetto da cui bevevano tutti i ragazzi, e il pranzo era servito su un unico piatto di legno dal quale tutti mangiavano con le mani.
Un secondino ci condusse in un altro edificio che scoprimmo essere l’infermiera, e così capimmo che *Mario non ce l’aveva fatta.
Entrammo nell’infermeria: nel locale c’erano tre letti, un lavandino, un tavolo e un lurido scaffale di legno con medicine scadute da chissà quanto tempo. *Mario era sdraiato su uno di quei letti, non riusciva ad alzarsi, capimmo subito che stava morendo. Gli avevano inferto una coltellata all’addome.
Ci avvicinammo a lui e si scusò per aver lasciato la Casa, per non essere tornato, e ci disse che gli unici momenti di gioia della sua vita li aveva passati in Casa Famiglia con gli altri ragazzi. ”
*Mario è un nome di fantasia
I meninos de rua, bambini di strada in portoghese, rimangono una realtà drammatica in tutto il Brasile, dramma che la pandemia ha peggiorato. Dall’inizio della pandemia il virus ha ucciso due bambini con meno di cinque anni al giorno, portando a oltre 1.400 il numero delle piccole vittime. Privati della scuola in presenza per due anni, molti hanno abbandonato gli studi ingrossando le fila del lavoro minorile che, secondo l’UNICEF, interessava già prima della pandemia più di 1,7 milioni di bambini e adolescenti.
La manodopera infantile è sdoganata, e nelle grandi città è facile i bambini fermi ai semafori a chiedere l’elemosina, ma anche al lavoro nei mercati, nelle discariche, o peggio vittime dello sfruttamento sessuale.
La pandemia ha reso i minori ancora più soli di fronte alla violenza, sia quella di strada, tra le bande armate, sia quella ricorrente tra le mura domestiche. Secondo l’ultimo Annuario Brasiliano della Pubblica Sicurezza, nel 2021, 7 bambini e adolescenti al giorno sono morti per cause violente.
Aleimar si impegna nella protezione dei minori vulnerabili con progetti di accoglienza, istruzione, formazione professionale, recupero e reinserimento sociale, per garantire a tutti i bambini e ragazzi un futuro migliore.
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