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A Luglio, in Palestina l’incubo coronavirus continuava senza tregua: i dati sono cresciuti in modo preoccupante, sfiorando quota 6.000 casi attivi. La situazione più drammatica era nell’area di Hebron, con il 76% dei casi, dove vivono molti dei bambini e ragazzi che frequentano l’Istituto Effetà.


Per arginare la pandemia, il governo ha dichiarato per la terza volta lo stato di emergenza, ma l’economia è in ginocchio e il popolo palestinese allo stremo: ad eccezione delle farmacie e delle attività che vendono generi alimentari, tutti i negozi erano chiusi e le città come Betlemme, che vivono di turismo, stanno pagando un prezzo altissimo.
Ma almeno c’era un’ottima notizia: tutti i bambini stavano bene ed affrontavano questa difficile situazione con grande coraggio.
Alla fine di Agosto, nonostante tutte le difficoltà, erano pronti per ricominciare! Effetà ha aperto solo agli alunni dell’ultimo anno (la maturità si avvicina!) ma hanno lavorato giorno e notte affinché la scuola possa riaprire il prima possibile e in totale sicurezza per tutti gli studenti e gli nostri insegnanti.
Anche se il lockdown era terminato, in Palestina il numero dei casi era ancora in crescita ma non si poteva permettere che i ragazzi perdessero anche solo un giorno in più di scuola e rinunciassero alle sessioni di riabilitazione logopedica: ne va del loro futuro!


Oggi, a fine settembre, finalmente tutti gli studenti sono tornati ad Effetà: per ora sono riprese le lezioni in classe con gli alunni dalla scuola media in su, mentre stanno facendo il possibile per far rientrare anche i più piccoli la settimana prossima!
Riaverli qui è stata un’emozione incredibile: finalmente in classe, con un doppio scudo trasparente, altrimenti non potrebbero leggere il labiale!